Disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni.
Le ossessioni sono pensieri o immagini, ricorrenti e persistenti, vissuti dall’individuo come intrusivi e indesiderati, in quanto al di fuori del suo controllo e ingiustificati o del tutto irrazionali. Esse sono, inoltre, spesso accompagnate da emozioni sgradevoli, come paura, disagio o dubbi circa la loro adeguatezza.
Le compulsioni, o “rituali”, sono comportamenti ripetitivi o rituali mentali messi in atto proprio per ridurre l’ansia e il disagio connessi alle ossessioni o per prevenire situazioni temute. Costituiscono, cioè, un tentativo di riprendere il controllo e sfuggire al disagio.
Le ossessioni e le compulsioni possono causare un significativa compromissione del funzionamento della persona che ne è affetta, in più aree di vita, dalla socialità, al lavoro/scuola, alla famiglia, comportando una notevole sofferenza.
Chi soffre del disturbo di solito nasconde le proprie preoccupazioni: percepisce i suoi comportamenti e pensieri come assurdi e inquietanti e se ne vergogna.
Questa consapevolezza spinge a contrastare ossessioni e compulsioni, con effetti che generalmente aggravano i sintomi e la sofferenza.

Trattamento

Le linee guida internazionali indicano, nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale, i trattamenti più efficaci.

La terapia cognitivo-comportamentale tende, innanzitutto, a moderare la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a ridurre la sensibilità del soggetto ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito all’insorgere del disturbo.
Tecnica d’elezione nel trattamento cognitivo-comportamentale è l’Esposizione combinata con la Prevenzione della Risposta, che consiste nel mettere il soggetto in contatto con lo stimolo o la situazione, che per lui è fonte di disagio, per un tempo superiore a quello da lui normalmente tollerato. La prevenzione della risposta consiste, poi, nel bloccare i comportamenti sintomatici solitamente messi in atto dal paziente dopo il contatto con la situazione temuta..
A questa tecnica, la terapia cognitivo-comportamentale affianca, infatti, interventi finalizzati alla trasformazione dei contenuti e dei processi cognitivi disfunzionali, che contribuiscono alla genesi e al mantenimento del disturbo.

Nelle manifestazioni del disturbo con una più grave interferenza funzionale o con comorbidità psichiatriche, l’associazione con una terapia farmacologica può aiutare a contenere il quadro clinico.